«L’internazionalizzazione “provinciale”. Note sul ruolo dei sociologi nello scenario globale e locale», in Perino, A. e Savonardo, L. (a cura di), Sociologia, professioni e mondo del lavoro, ISBN 978-88- 238-4458-2, Milano, Egea; pp. 157-173

La Sociologia accademica in Italia ha superato il mezzo secolo di vita. Sono, infatti, ormai trascorsi più di cinquantadue anni dall’istituzione della prima Facoltà di Sociologia nel nostro paese. Si tratta di un’estensione temporale sufficientemente ampia da permetterci di osservare i mutamenti di lunga dura-ta che si sono verificati non tanto all’interno del suo corpus teorico e concettuale, quanto nelle condizioni strutturali (sociali, economiche, politiche, istituzionali) che l’hanno resa possibile come disciplina accademica conferendo legittimazione pubblica alle sue pratiche e veridizione alle sue forme discorsive. È tempo, dunque, di bilanci per questa disciplina dallo statuto epistemologico intrinsecamente problematico e costantemente controverso (Snow 1959; Lepenies 1985; Kagan 2009); in particolare ci sembra sia giunto il momento giusto per avviare una vera e propria Sociologia della Sociologia e dell’Accademia italiana sul modello di analoghe autorevoli esperienze di riflessione condotte all’estero (Morin 1984; Bourdieu 1984). Dal nostro punto di vista, proveremo ad affrontare questo compito a partire da un angolo di osservazione particolare e circoscritto, che riguarda nello specifico una delle vertenze che negli ultimi tempi hanno monopolizzato le policy sulle strategie della governance universitaria e le discussioni sulla qualità della ricerca nel-l’ambito delle scienze sociali, ovvero il Kampbegriffe dell’internazionalizzazione